Per la realizzazione dello scapin si comincia con la suola: assemblati vari strati di stoffa pesante, si traccia la sagoma del piede. Ha così inizio “l’intralatura”, ovvero la cucitura a mano mediante un grosso punteruolo chiamato “lesna”, un ago da materassaio e un filo a due capi, un tempo di canapa, oggi invece sisal, fibra anch’essa naturale vegetale.

Completato il “riempimento” della sagoma, la suola viene battuta e foderata sul rovescio con altri strati di stoffa, per creare così quello che sarà il nostro sottopiede.

Si procede poi con la tomaia, composta anch’essa da cashmere, lana e cotone: sempre con tessuti esclusivamente naturali, l’esterno viene personalizzato nel colore e nelle fantasie a seconda delle richieste del cliente. Questa è l’unica fase di lavorazione che è eseguita a macchina.

Una volta terminata la cucitura, la nostra tomaia viene così assemblata e bordata: ora è pronta per essere attaccata alla suola.

Il passaggio illustrato segue il metodo della cucitura “esterna”: si inizia inchiodando la suola e la tomaia ad una forma per poi procedere con la cucitura manuale con l’aiuto della “lesna” che bucando tomaia e suola permette il passaggio di un filo cerato, ai cui apici sono inseriti due aghi da materassaio.

Un altro metodo di cucitura è quella “interna” e si realizza modellando la tomaia senza l’utilizzo della forma.

Una volta terminata l’attaccatura si utilizza un coltello da calzolaio per sgrossare l’eccesso di stoffa per poi rifilare ulteriormente con una forbice ricurva.

Lo scapin rifinito è pronto per essere calzato!